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IL MORO DI VENEZIA IX

IL MORO DI VENEZIA IX is a 24.35 m Sail Yacht, built in Australia by McConaghy Boats and delivered in 1988.

Her top speed is 10.0 kn and her cruising speed is 9.0 kn and her power comes from a Perkins Sabre diesel engine. She has a 6.1 m beam.

She was designed by German Frers , who also completed the naval architecture. German Frers has designed 156 yachts and created the naval architecture for 168 yachts for yachts above 24 metres.

IL MORO DI VENEZIA IX is one of 995 sailing yachts in the 24-30m size range.

Specifications

  • Name: IL MORO DI VENEZIA IX
  • Previous Names: WINDWARD PASSAGE II,PASSAGE TO VENICE
  • Yacht Type: Sail Yacht
  • Yacht Subtype: Racing Yacht
  • Builder: McConaghy Boats
  • Naval Architect: German Frers
  • Exterior Designer: German Frers
  • Refits: 1996

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CUENEWS Marine » News » Il moro di venezia: 30 anni dalla vittoria della Louis Vuitton Cup

Il moro di venezia: 30 anni dalla vittoria della Louis Vuitton Cup

Il moro di venezia è stato il primo sfidante italiano a vincere la louis vuitton cup. quest'anno ricorrono i 30 anni dall'avvenimento..

Il giorno 19 aprile del 1992, il Challenger of Record dell’edizione del 1992 dell’America’s Cup e della Louis Vuitton Cup fa la storia . Il Moro di Venezia è la prima barca italiana a vincere la Louis Vuitton Cup. Non è stato il primo sfidante Italiano a partecipare, infatti prima di esso ci furono due tornate di Azzurra, di Gianni Agnelli.

il moro di venezia

Il Moro di Venezia

Il Moro di Venezia è stato figlio della mente del geniale Raoul Gardini. L’imbarcazione è una International America’s Cup Class, quindi un’imbarcazione da 25 metri, monoscafo . Queste imbarcazioni sono state l’evoluzione della classe 12 metri, con cui si era disputata l’America’s Cup fin dal 1958. Infatti, le competizione del 1992, la Louis Vuitton Cup, la Citizen Cup e la America’s Cup sono state le prime a utilizzare il progetto IACC, visto che la precedente classe era ormai considerata superata. Il Moro di Venezia faceva capo allo yacht club di venezia Compagnia della Vela. Il suo cantiere di costruzione è stato il veneziano Cantiere Tencara, che poi ha costruito negli anni 2000 anche un altro sfidante all’America’s Cup, il Mascalzone Latino.

il moro di venezia yacht club

Il nome dello sfidante e della barca, Il Moro di Venezia, viene dalla tradizione Shakespeariana . Infatti, il moro di venezia è proprio Otello, protagonista dell’oonima opera. La fama dello sfidante all’america’s cup, è dovuta principalmente a due motivi. Il primo è sicuramente dovuto al suo primato: essere il primo sfidante italiano a vincere la Louis Vuitton Cup. La vittoria verrà ripetuta solo due volte, sempre da Luna Rossa, una nell’edizione del 2000 e l’altra nella recente edizione del 2021. L’altro motivo è sicuramente la guasconeria di Raoul Gardini come skipper. A lui si deve l’uscita dal porto di San Diego, dove si è disputata sia la Louis Vuitton Cup che l’America’s Cup, del Moro di Venezia con in sottofondo l’aria di Puccini Nessun Dorma della Turandot . La vittoria della Louis Vuitton cup nel 1992 non sembrava sicura dall’inizio, infatti Il Moro di Venezia arrivò solo terzo alla fine del Round Robin, ma battè Nippon Challenge e Defi Française nelle semifinali, per poi vincere anche contro New Zealand Challenge nelle finali.

Le imbarcazioni

Le imbarcazioni del moro di venezia, o Moro Challenge, sono state 5, rispettivamente, ITA 1, ITA 7, ITA 15, ITA 16 e ITA 25. Quella che effettivamente gareggiò nella Louis Vuitton Cup e nell’America’s Cup è stata ITA 25, o Il Moro di Venezia V. Questa barca, dopo aver gareggiato ha avuto una lunga carriera, anche se la sua fine non è stata delle migliori. È stata acquistata da Paul Cayard, ex skipper della stessa barca, per far da lepre alla sua imbarcazione AmercaOne. Dopo di questo, passa per diverse mani prima di finire in mano a Bill Koch, dove torna a gareggiare in alcune gare tra cui l’America’s Cup Jubilee Regatta, in cui sfidò la America3 con cui aveva disputato l’America’s Cup del 1992. Al momento è in stato di semi abbandono nella proprietà di Koch.

La ITA 25, o Il Moro di Venezia V è stata l’ultima imbarcazione a essere stata costruita, e infatti venne varata direttamente a San Diego poco prima dell’inizio della Louis Vuitton Cup, nel dicembre 1991. Le prove in mare sono avvenute tra il varo e il 24 gennaio del 1992, giorno in cui è stata scelta questa imbarcazione per disputare la gara. La barca aveva una lunghezza leggermente minore di 23 metri, con una larghezza di cinque metri e mezzo. Aveva una superficie velica totale di 326.6 metri quadri, a cui poteva aggiungersi lo spinnaker, aumentando di ulteriori 490 metri quadrati la superficie velica.

il moro di venezia yacht club

Sono uno studente di ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano. Appassionato di tutto il mondo marino sin da piccolo, dalle barche a vela di piccole dimensioni alle gigantesce petroliere.

FONTI VERIFICATE

  • ravenna e dintorni: Venticinque anni fa il moro di gardini faceva la storia

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Il Moro Di Venezia I

il moro di venezia yacht club

Il Moro di Venezia I  (ITA-1) sailed as a trial boat for two years and competed in the 1991 IACC World Championships, later becoming the sponsor platform for the syndicate. In 1994 she was bought by a Russian team that raced her in the 1994 IACC World Championships but never made it to the 1995 Louis Vuitton Cup competition. Repossessed by a bank, she was bought in 1998 by a Chicago businessman who installed an engine and sailed her for a couple of years in San Diego before she once again fell victim to the bank. Tina Kleinjan and John Sweeney bought her in 2001, adding her to their fleet of IACC boats in San Francisco. They completely restored her with new paint and rigging and raced her against other IACC boats in San Francisco bay. She was sold in 2006 and was then moored in North Vancouver.

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Il Moro Di Venezia IX

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IL MORO DI VENEZIA IX yacht NOT for charter*

24.35m  /  79'11 | mcconaghy | 1988 / 1996.

  • Previous Yacht

The 24.35m/79'11" motor yacht 'Il Moro Di Venezia IX' was built by McConaghy . She was last refitted in 1996.

Guest Accommodation

She is also capable of carrying up to 12 crew onboard to ensure a relaxed luxury yacht experience.

Range & Performance

Il Moro Di Venezia IX is built with a GRP hull and GRP superstructure, with gpr decks. Il Moro Di Venezia IX comfortably cruises at 9 knots, reaches a maximum speed of 10 knots. Her low draft of makes her primed for accessing shallow areas and cruising close to the shorelines.

Length 24.35m / 79'11
Beam 6.1m / 20'
Draft 3.96m / 13'
Cruising Speed 9 Knots
Built | (Refitted)
Builder McConaghy
Model Custom

*Charter Il Moro Di Venezia IX Motor Yacht

Motor yacht Il Moro Di Venezia IX is currently not believed to be available for private Charter. To view similar yachts for charter , or contact your Yacht Charter Broker for information about renting a luxury charter yacht.

Il Moro Di Venezia IX Yacht Owner, Captain or marketing company

'Yacht Charter Fleet' is a free information service, if your yacht is available for charter please contact us with details and photos and we will update our records.

NOTE to U.S. Customs & Border Protection

Specification

M/Y Il Moro Di Venezia IX

Length 24.35m / 79'11
Builder
Built | Refit 1988 | 1996
Model Custom
Beam 6.1m / 20'
Draft 3.96m / 13'
Cruising Speed 9 Knots
Top Speed 10 Knots

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YACHT RACING

YACHT RACING; Il Moro Is Winner Of Closest Cup Race

By Barbara Lloyd

  • May 11, 1992

YACHT RACING; Il Moro Is Winner Of Closest Cup Race

On Saturday, in its first match against America in the America's Cup finals, the Il Moro di Venezia team seemed to be wearing two left shoes. Today, the crew for the Italian yacht was right in step, and the result was the closest victory in America's Cup history, and one of the most dramatic.

Il Moro crossed the finish line three seconds ahead of America , and the call was so close that a team of on-the-water umpires needed to take several minutes to reach a decision on who had won.

In the 141 years of America's Cup racing, the next closest finish was in 1962, when Weatherly, the American defender, beat Gretel, the Australian challenger, by 26 seconds. Problem at the End

"We had a very bad jibe at the finish and that allowed Paul to sneak out in front of us," Bill Koch, America 's skipper, said after the race. The America team, defending the cup for the San Diego Yacht Club, considered a protest over the controversial finish, but then decided against it after reviewing the close of the race on video.

The Il Moro victory tied the two boats at 1-1 in the four-of-seven-race series.

"America is not a slow boat," Paul Cayard, Il Moro's skipper, said after the match. "But I felt like we gave them some pretty hard shots on the run and upwind. It was a great race."

Cayard held off America through the 20-mile course on a day in which the winds were light, at 7 to 10 knots from the south. But the effort was like holding back a race horse that had already tasted winning. The America team, which defeated Il Moro by 30 seconds on Saturday, was behind by 31 seconds at the seventh mark, then gained in a catch-as-catch-can run that turned into a photo finish. 'A Finish Like That'

America consistently showed better boat speed, but was thwarted by lapses in tactics and crew work.

"How do you like that in a race," Koch was overheard saying to his crew on the television feed. "You sail around for 20 miles, and then you have a finish like that."

The two boats tangled from the very beginning. Cayard chased America into the spectator fleet in pre-start maneuvers. With Il Moro tailing America to the line, both boats crossed, then came back in time to avoid the kind of penalty Il Moro was forced to take in Saturday's match: having to turn around and re-cross after the start gun was heard.

Cayard conceded after the first race that he had misjudged the amount of current at the start line on Saturday. In the race today, he was as careful as he has ever been. Il Moro sailed off to the right side of the line; America went left.

Six minutes after the start, America began heading toward Il Moro. As the two yachts came together, America tacked just underneath Il Moro, to leeward. It was a safe position, far enough ahead of the other boat to force Cayard to tack away for clear air.

But the advantage for America slipped away minutes later as Buddy Melges, Koch's alternate helmsman, steered the white-hulled yacht into a second confrontation with the red Italian boat. Unable to cross ahead of Il Moro, which had the right of way on starboard tack, America dipped under Il Moro's stern. Cayard responded with a hard-nosed slam dunk.

The maneuver, in which Cayard tacked quickly on top of America , boxed in the Koch boat. The only way to break free of a slam dunk is to be able to slip past the windward boat by putting on more speed. It seemed for a brief few seconds that America might have it and be able to squirm out. But Cayard, a master of the slam dunk, squeezed America 's wind like a vise. A 33-Second Lead

Cayard kept his grasp on the Koch boat as the two yachts sailed out to the starboard layline, the one-way street into the first mark. As the 75-foot yachts rounded, Il Moro was 33 seconds ahead.

In the second leg, a downwind sail, America began to again show its propensity for speed. As the two yachts neared the second mark, America had made up time; the opposing teams were almost even. Then came a jibing duel, which created havoc for Koch's boat. The Il Moro team was quicker to get its sails around. But on America , the spinnaker flailed in the tight maneuvering.

Il Moro finally destroyed any chance for America to pull into the passing lane. As the two yachts sailed side by side, with America to windward of Il Moro, Cayard luffed up his opponent by steering Il Moro into the direction of the wind.

The tactic created chaos on America as the crew was unable to react quickly enough. The spinnaker on America lost air and collapsed like a grounded parachute. Il Moro rode on alone to the mark, rounding ahead by 32 seconds.

In the next leg, America started to catch up again. But the clever tactics aboard Il Moro in the previous leg had given Cayard the open water he needed to stay ahead.

The series resumes Tuesday.

Giornale della Vela

INDIMENTICABILI. La storia del Moro di Venezia I, la barca che diede il via alla dinastia

  • Maggio 23, 2016
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La “Febbre da Moro” non si è ancora abbassata dopo decenni , a conferma che questa imbarcazione, bianca o rossa che sia, è il simbolo dell’amore italiano per lo sport della vela.

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QUEL GIORNO IN CUI GARDINI E FERRUZZI ARRIVARONO A NEW YORK Il progetto del Moro di Venezia I, costruito dal Cantiere Navale Carlini di Rimini in legno lamellare a sette strati su ordinate in lamellare di acacia, è datato 1975. Varata nel febbraio del 1976, capostipite della classe italiana di Maxi Yacht IOR, è stata voluta da Serafino Ferruzzi come regalo per il figlio Arturo e per il genero Raul Gardini, con il patto che dividessero i loro weekend tra la vela e il lavoro in azienda. L’idea iniziale era affidare il progetto allo studio newyorkese di Sparkman&Stephens, ma una volta giunti nella Grande Mela, i due giovani furono recuperati in areoporto da un ragazzo argentino , allora assistente del famoso studio: il suo nome era German Frers . E da qui ha inizio la favola.

Il Moro I è la prima carena con inciso a poppa il nome di una delle dinastie di yacht più prestigiose al mondo.

Con questo nome verranno identificati nove yacht di bellezza e prestazioni assolute, fino ai cinque leggendari America’s cuppers. Barche elegantissime, tutte indissolubilmente unite da un’idea di perfezionismo e proporzione quasi maniacale. Tutte rigorosamente disegnate da un’unica storica matita, quella guidata dall’esperta mano di German Frers. Il Moro I venne armato con un albero alto ventisette metri : era la prima volta nella storia che si realizzava un maxi di oltre venti metri armato a sloop. Il progetto di questo avveniristico armamento venne studiato e perfezionato da Ted Hood, materializzando le specifiche richieste di innovazione volute da Raul Gardini.

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UN PALMARES DA CAMPIONE Il Moro di Venezia I è il capostipite della classe italiana di Maxi Yacht IOR. Nel 1977 ha vinto in Inghilterra la Channel Race e l’anno successivo ha attraversato l’Atlantico per partecipare alle regate del SORC e dominare la classica Miami-Nassau. Ha partecipato al drammatico Fastnet del 1979 e detenuto il record della Barcolana dal 1987 al 2005. Oggi l’imbarcazione, ormeggiata a Portofino, ammalia ancora tutti per la sua strepitosa eleganza.

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AMERICA’S CUP / DAILY REPORT : CHALLENGER TRIALS : Il Moro di Venezia Sails Past Aussies

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Italy’s Il Moro di Venezia used an experimental lightweight sail to defeat Spirit of Australia Thursday as the top four boats of Round 2 scored lopsided victories in the America’s Cup Challenger Trials.

Series leader New Zealand cruised past seventh-place Tre Kronor of Sweden by 5 minutes 37 seconds. New Zealand, skippered for the first time by Russell Coutts, had an elapsed time of 3 hours 1 minute 15 seconds for the eight-leg, 20.03-mile course on the Pacific Ocean off Point Loma.

Second-place Nippon, from Japan, overcame an early lead by Spain’s sixth-place Espana ’92 to win by 4 minutes 12 seconds, sailing around the course in 3:07:16.

Third-place Il Moro finished 7:48 ahead of fifth-place Spirit of Australia with an elapsed time of 3:10:50. Il Moro made sailing history by setting for the first time an experimental sail made of lightweight carbon-fiber fabric. Sails aboard America’s Cup boats are typically made of kevlar, mylar and dacron.

France’s Ville de Paris, in fourth place, breezed by last-place Challenge Australia to win by 7:18, completing the race in 3:03:26.

The racing was delayed for 1 hour 25 minutes due to light winds, which never went above 8 knots during the afternoon.

New Zealand has 26 points, followed by Nippon at 22 points, Il Moro with 21 points, Ville de Paris at 17 points, Spirit of Australia with 11 points, Espana ’92 at 10 points, Tre Kronor with one point, and Challenge Australia, which is scoreless. Victories in Round 2 are worth four points each.

On Saturday, Ville de Paris will challenge New Zealand, Nippon meets Spirit of Australia, Espana ’92 faces Il Moro di Venezia and Challenge Australia takes on Tre Kronor.

Today is a lay day.

A protest filed Wednesday by Espana ’92 against match winner Ville de Paris was dismissed by the race jury. Had the protest been upheld, it could have reversed the race outcome. The Spanish claimed the French chase boat came too close to Espana while recovering a sail that had been cut loose from Ville de Paris.

Syd Fischer, head of the Challenge Australia syndicate, has offered rival countryman Iain Murray and his Spirit of Australia syndicate the use of his sail loft and laser sail cutter. Murray has been having his sails made in Australia and flown to San Diego. Murray, who will meet with Fischer today, has neither accepted nor refused the offer.

A replica of the schooner America, for which the America’s Cup is named, is scheduled to sail into San Diego Bay this afternoon. The 101-foot yacht, owned by Ramon Mendoza of Madrid, Spain, will remain in San Diego through the America’s Cup match in May, said spokeswoman Marisa Vallbona-Raynor. The black schooner was built in 1967.

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Stars & Stripes USA-11 | San Diego Sailing Tours, Charters, & Team-Building

About America’s Cup Sailing Charters in San Diego

Public Sailing Tours   //  Private Sailing Charter   //  Team Building Event

America’s Cup USA-11 is one of several America’s Cup racing yachts named America’s Cup that were used by Team Dennis Conner while competing in America’s Cup events. Our America’s Cup, also known as USA-11, competed in the event held in San Diego in 1992! This historic vessel has been beautifully restored and is one of the fastest racing yachts in San Diego, and can go twice as fast as the average sailboat. Our three-hour charters are interactive as guests are encouraged to team up with our world-class crew to grind the winches, and even steer the vessel by taking the helm! No matter your level of sailing experience, sailing on the famous USA-11 is an unforgettable and thrilling experience!

About Our Sailboats

America’s Cup  and  IL Moro  are evenly matched. Like formula one race cars, both of our racing yachts were built under the same formula.  International America’s Cup Class  or  IACC  yachts have a height of 115’ off the water, draft of 13’, fin keel with a heavy bulb of lead of 20 tons (40,000 pounds of lead)! They both have carbon hulls, spars, and sails. Our IACC formula boats were designed to be raced in the moderate winds of San Diego during the 1992 America’s Cup competition.

America’s Cup USA-11 was the 11th boat launched globally in a series of 27 of IACC boats built for the  1992 America’s Cup , hence “USA-11”. Italy’s IL Moro ITA-16 was the 16th boat launched. Eight teams from 7 different countries vied in the  Louis Vuitton Cup Race  to get into the 2-boat match race for  America’s Cup  races here in San Diego.

America’s Cup USA-11 was owned and raced by  Team Dennis Conner . Conner was outspent nearly 10 to 1 by billionaire businessman Bill Koch and lost in the finals of the Defense Series (the Citizens Cup) to America3 (pronounced “America Cubed”). Bill Koch then went on to compete against the Italians with their boat Il Moro and won.   

L Moro ITA-16 was the 4th of five IACC boats owned by Raul Gardini representing Italy. Gardini’s fifth boat, IL Moro ITA-25 beat out all seven “challenging” teams by winning the  Louis Vuitton Cup . IL Moro ITA-25 then went on to compete in the  America’s Cup  match race 1992 losing to America. 

Dennis Conner

Dennis Conner is “Mr. America’s Cup”. He’s the only one to have won 4 times as skipper. Also, he’s the first to lose the Cup, and then the first to win it back.

As the kid who grew up of modest means in the Point Loma area of San Diego, Conner would go on to compete in 9 America’s Cup campaigns. But that’s not all. His sailing career spreads throughout all sailing disciplines. He has won 28 world championships, a bronze medal in the 1976 Olympics, and was named Yachtsman of the Year three times. He truly is our hometown sports legend!

History of America’s Cup

America’s Cup  was first contested in 1851 making it the oldest trophy in international sport, older than the modern Olympic Games by 45 years! It is the pursuit of excellence and still the pinnacle of yachting.  

In 1851 a radically designed schooner ghosted out of the afternoon haze and quickly sailed past the Royal Yacht anchored off the Isle of Wight in the Solent, on the south coast of England, an afternoon when Queen Victoria was onboard watching a sailing race.  

As the schooner from New York, named  America , passed the Royal Yacht in the first position, Queen Victoria turned to one of her attendants and asked who was in second place. ”Your Majesty, there is no second” was the reply. That phrase, just four words, still best describes the America’s Cup, and how it represents the singular pursuit of excellence.

Throughout its history, the prestige of winning the America’s Cup has enchanted global leaders of industry and royalty from tea merchant Sir Thomas Lipton to real estate mogul Alan Bond, aviation pioneer Sir T.O.M. Sopwith, the Aga Khan, Ted Turner, and Harold S. Vanderbilt. Most recently Larry Ellison, an American business magnate, has pursued and won the cup twice.

Diverse Sights You Will See While Sailing San Diego Bay

There is no more beautiful place to be, than sailing San Diego Bay. San Diego Bay is a large natural bay, the third-largest on the Pacific Coast of California. The bay is huge. Twelve miles long, 1 to 3 miles wide, there is plenty of room for sailing races and other recreational boating while U.S. Navy ships and cruise ships come and go.

America’s Finest City with its glittering downtown is perched right on the edge of San Diego Bay. With our outstanding weather, smooth water, and a huge variety of nautical, military and marine sights, you will have a lot to see. As we sail past San Diego Maritime Museum, you’ll see historic sailing vessels like Star of India, The California (official tall ship of California), a cold-war Russian Sub, and the HMS Surprise (a replica of a 24-gun British Frigate). The HMS Surprise was used for the academy award-winning film,  Master and Commander , and was also featured in the 4th  Pirates Of The Caribbean  Disney movie. You’ll be in awe when we buzz the huge bow of the aircraft carrier Midway, a historical naval aircraft carrier now part of the USS Midway Museum located in downtown San Diego at Navy Pier. 

The U.S. Navy’s largest base on the West Coast consisting of over 50 ships is right here on San Diego Bay. Active aircraft carriers, guided missile cruisers, destroyers, and high speed experimental military craft actively cutting through the water are a sight to see, especially while zipping along on an America’s Cup yacht!

From sea lions sunning themselves on buoys and dolphins chasing fish to the striking landscapes of Point Loma and downtown San Diego, you will see the sights as few people do…aboard a sleek, scientifically engineered authentic America’s Cup competition yacht!

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Sail The Iconic America’s Cup

America’s Cup is an authentic America’s Cup Racing Yacht, and is available for our public sailing tours, private sailing charters, and team-building events! For our public sailing tours, you can see our available openings and book your tour online! For our private sailing charters and team-building events, contact us today!

Our San Diego Sailboats

Stars & stripes.

STARS & STRIPES USA-11 is an International America's Cup Class (IACC) racing yacht used by Team Dennis Conner in an effort to defend the prestigious America's Cup trophy held by San Diego Yacht Club. With her 1992 state-of-the-art carbon hull and spars, Stars & Stripes is lighter, larger, and faster than previous generations of America's Cup boats. Join us for three hours of interactive and exciting FUN sailing San Diego Bay!

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Zaoli Classic

Our tradition

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Il Moro di Venezia I

Our work with the historical yacht Il Moro di Venezia I started in 1980 with the former owner Miramonti, and since then it has been going on for more than 35 years. Beppe Zaoli has often been on board, sharing with her current owner Massimiliano Ferruzzi some of the best emotions that this yacht can offer.

The design of Il Moro di Venezia I, a yacht built in 7-layered laminated timber on acacia laminated frames, dates back to 1975. She takes part in classic boat regattas in the Classic category. Launched in February 1976, the first-born of the Italian Maxi Yacht IOR class was sponsored by Raul Gardini, the former king of Italian chemical industry.

The subsequent yachts bearing this name have been milestones in the history of Italian sailing, racing in the America’s Cup. In 1977 she won the Channel Race in England, and the following year she crossed the Atlantic to take part in SORC races and to dominate the classic Miami-Nassau competition. She took part in the tragic 1979 Fastnet race and held the Barcolana record from 1987 to 2005. With Massimiliano Ferruzzi, she won the Panerai Classic Yachts Challenge in the Classic category in 2013, 2015 and 2016.

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TypeSloop Marconi
DesignerGerman Frers
builderCarlini (Rimini – Italia)
Anno1976
Length over spars20.41
Waterline length18.09
Beam5.80
Draft3.40
Sail area191.00
Displacement37.00

Contact Zaoli

Phone: +39 0184 481115 info: [email protected]

Opening hours from Tuesday to Friday, from 9.30 to 13.00, and from 14.00 to 18.00. Saturday: 9:30 to 14.00.

Visit our loft at “marina degli aregai”, santo stefano mare, (im) italy.

ZM DESIGN Srl, via Gianni Cozzi 1 – 18010 Santo Stefano al Mare VAT: 01449850088

All fields are mandatory

Rolex and yachting

Yacht clubs

Transmission and continuation, yacht clubs: the soul of yachting.

Since Rolex’s first partnership with the New York Yacht Club in 1958, the brand has supported the development of competitive sailing through alliances with yacht clubs around the world.

Places of exchange and competition, yacht clubs are the organizers of regattas and offshore races. They uphold sailing traditions and drive technological developments in the nautical world. They are also training centres for young sailors.

Through its relationships with yacht clubs, Rolex is committed to supporting efforts to perpetuate the discipline and transfer sailing expertise to new generations.

As a partner of yacht clubs and the international federation World Sailing, Rolex stands with those who develop the future of this sport every day.

Partners worldwide

Rolex is committed to continuously supporting some of the most active yacht clubs in the world.

New York Yacht Club

Royal yacht squadron, royal ocean racing club, yacht club costa smeralda, yacht club de monaco, yacht club italiano, royal malta yacht club, yacht club argentino, yacht club punta del este, st. francis yacht club, royal hong kong yacht club, cruising yacht club of australia, société nautique de genève, société nautique de saint-tropez, world sailing partner.

Rolex is the Official Timepiece and Global Partner of World Sailing, the international sailing federation. It organizes the annual Rolex World Sailor of the Year Awards, crowning the season’s best men’s and women’s sailors. As Title Sponsor of these highly regarded awards, the brand offers each winner a Rolex timepiece.

Gary Jobson The voice of yachting

Gary Jobson is a major stakeholder and active member of the sailing community, contributing to the continuation and transmission of sailing throughout the world. He made his mark as a tactician during the 1977 America’s Cup, won by Courageous , the New York Yacht Club’s defender. Journalist and editor-in-chief of leading sailing magazines, he has contributed to more than 1,200 films and television programmes. Jobson is the author of 21 books on sailing and a former vice-president of World Sailing, the international sailing federation. He has been a Rolex Testimonee since 1999.

German Frers Bridging generations

A great number of the yachts designed by German Frers have been known to cross the start line in leading international events. A celebrated naval architect, he has designed more than 1,300 yachts. For more than half a century, he has been at the forefront of technological progress in the yachting industry and supported several generations of sailors. The Argentinian has left his mark on cruising, regatta racing and ocean racing. He started out in the 1980s by designing some of the fastest and most modern Maxis of the time ( Matador , Il Moro di Venezia II , Cannonball and Flyer II ). Frers also collaborated with the highly regarded Nautor Swan boatyard. Many of his yachts have competed in international races partnered by Rolex. In 2021, the designer unveiled Recluta , a replica of a boat that his father, also a naval architect, had designed 80 years earlier. The 20-metre ketch was shown at Les Voiles de Saint-Tropez, the home par excellence of yachting tradition and its continuation.

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Il Moro di Venezia

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il moro di venezia yacht club

Il Moro di Venezia è il nome dell' imbarcazione di classe International America's Cup costruita per la Louis Vuitton Cup del 1992 e che partecipò lo stesso anno alla Coppa America, ed è diventato un mito che ancora oggi rimane intatto.

Del Moro di Venezia furono costruiti 5 diversi scafi, dei quali  il 5° prototipo, ITA-25, fu scelto il 24 gennaio 1992 per partecipare alla Louis Vuitton Cup.

Durante la gara per le finali Il Moro di Venezia V vinse 21 gare su 30 ma si piazzò soltanto secondo, dietro a NZL-20.

Dopo 5 gare, Il Moro di Venezia V era sotto di 4 a 1, anche se l'ultima vittoria di New Zealand fu protestata ed annullata, il che faceva 3 a 1.

Nonostante ciò Il Moro concluse con 4 vittorie secche, guadagnando la Louis Vuitton Cup e mantenendo il diritto di sfidare Bill Koch all'America's Cup del 1992.

Nel Maggio 1992 sfortunatamente perse al meglio di 7 serie contro America 3, USA-23, 1 a 4, sebbene il gap fosse molto ridotto, da 3 secondi a un minuto/58 secondi circa.

Il Moro fu acquisito da America One nel 1997 e venne usato come barca da allenamento.

Venne poi comprato da Seattle Challange nel 2001 per poi cambiare di nuovo proprietario e arrivare a Bill Koch, il quale lo restaurò completamente. Il Moro tornò a gareggiare, ancora una volta contro USA-23 durante l'America's Cup Jubilee Regatta a Cowes, Regno Unito. Il Moro si riunì di nuovo per l'ultima volta con il suo vecchio avversario USA-23 nel 2005, in esposizione davanti al Boston Museum of Fine Arts (MFA), in perpetua competizione e protrazione del mito. Le emozioni che Il Moro di Venezia fece vivere a tutto il mondo durante quelle gare furono incredibili. Ripensando a quei momenti è impossibile non rivivere quei brividi sulla pelle, come fosse il 1992. Questa è la nostra ragione, il nostro motivo per aver creato una linea di abbigliamento e accessori, uno stile di vita, che ci ricordi sempre della grandezza di quei momenti e di quelle barche, che mantenga vivo lo spirito di quei giorni, per sempre.

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America's Cup 2024, il vademecum: il calendario, gli AC75, la storia e gli avversari di Luna Rossa

La storia, i protagonisti, i programmi, le regole: tutto quello che c'é da sapere per seguire e comprendere la stagione della 37° america's cup che alza il sipario a barcellona.

Luna Rossa AC75 del 2024 a Barcellona

Con la Louis Vuitton Preliminary  Regatta in programma a Barcellona dal 22 al 24  agosto parte la maratona della 37° America’s Cup. 

Era proprio il  22 agosto quando 173 anni fa la Goletta America vinse l'antico trofeo che molti in seguito chiamarono  Old Mug, Vecchia Brocca, in una regata intorno all’isola di Wight battendo il meglio dello yachting britannico. 

Ad affrontarsi  nella Preliminary Regatta, il Defender Emirates Team New Zealand e cinque Challenger,  ciascuno con l’unico nuovo AC 75 concesso dal regolamento varato negli scorsi mesi. 

Si tratta del primo vero confronto per uomini e mezzi dal 2021 a Auckland, quando Luna Rossa Prada Pirelli nella 36° America’s Cup incrociò le vele con i kiwis che difesero con successo la Coppa vincendo 7 a 3. 

Nella Preliminary Regatta, che non ha alcun peso ai fini dell’iter di selezione dei challenger , ognuno affronterà tutti gli altri una volta in un match a due. Sulla base delle vittorie conseguite verrà stilata una classifica e i primi due disputeranno un match finale che assegnerà la vittoria. 

Louis Vuitton,  sponsor delle selezioni dei challenger dal 1983, nell’edizione del 2021  si era ritirata ed era stato sostituito da Prada. Ora  è tornato come sponsor sia della Preliminary Regatta, che  delle selezioni tra challenger, la rediviva Louis Vuitton Cup, che del match finale con il Defender, la  Louis Vuitton 37° America's Cup- 

Nella 37° America’s Cup  i challenger sono cinque, due in più rispetto a Auckland 2021 . 

Oltre agli italiani di Luna Rossa Prada Pirelli del Circolo Vela Sicilia , agli statunitensi di American Magic del New York Yacht Club e agli inglesi di INEOS Britannia  del Royal Yacht Squadron , si sono infatti aggiunti gli svizzeri di Alinghi Red Bull Racing della Société Nautique de Genève , team che origina da   Ernesto Bertarell i , vincitore della Coppa nel 2003 e 2007,  e i francesi  di Orient Express  Racing Team della Société Nautique de Saint-Tropez

Un nuovo capitolo che si aggiunge all’ affascinante storia di vela,  passione, mare,  ricchezza,  progresso e  sport che dall’800 a oggi ha già toccato tre secoli. 

Per comprenderne il passato e il presente abbiamo aggiornato il  Vademecum predisposto per la 36° edizione del 2021, disputata in era COVID in una Nuova Zelanda blindata che senza eccezione imponeva ferree quarantene a chiunque volesse entrare. Regole  che scoraggiarono perfino i media a seguire in loco.

Il Vademecum è  corredato da una serie di foto, molte delle quali  scattate da quell’artista della macchina fotografica che è Carlo Borlenghi , tra i primi, se non il primo,  fotografo di yachting del mondo. Un professionista dell’immagine sul  mare che  paradossalmente è uomo di lago, il Lago di Como, sul quale si affaccia la sua Bellano.

Corre l’anno 1851, l’anno dell’Esposizione Universale a Londra. L’Inghilterra domina sui mari. Sono passati solo pochi decenni dalle imprese dell’Ammiraglio Horatio Nelson contro Napoleone. Negli Stati Uniti d’America, le ex colonie indipendenti da neppure 100 anni, sono nati i clipper, veloci velieri dalla prua snella che guadagnano 10 nodi di velocità rispetto agli altri. Una rivoluzione progettuale. I tempi di navigazione sono ridotti a un terzo. Un vantaggio commerciale enorme nel trasporto del tè dall’oriente, mercato che si è aperto all’ Occidente con la fine della Guerra dell’Oppio.

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E’ in questo contesto che a John Cox Stevens,  erede di una ricca famiglia di New York, primo Commodoro del New York Yacht Club,  viene in mente di finanziare insieme ad altri  amici la costruzione di un mini clipper, la goletta America, attraversare l’Atlantico e  prender parte a una regata in programma il 22 agosto sotto forma di  circumnavigazione dell’isola di Wight,  evento collaterale dell’Esposizione Universale al quale è presente la Regina Vittoria sullo Yacht Reale Victoria e Albert. In palio,  la  Royal Yacht Squadron Cup, o anche, dal  suo costo, la Coppa delle 100 ghinee,. 

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Si tratta di una regata di flotta con 14 altri concorrenti, tutti inglesi, e America vince con grande distacco. E’ in questo contesto che ha origine la leggenda della risposta “ Maestà, non c’è  secondo” attribuita alla vedetta di guardia in coperta sullo yacht reale alla quale la Regina avrebbe chiesto, appreso che America era prima, chi fosse il secondo.  

E’ verosimile ritenere che la vedetta intendesse dire che non si vedeva ancora il secondo. Il  significato assunto da quella frase nell’epica dell’America’s Cup è però sicuramente più scenografico . 

L’America’s Cup e il Deeed of Gift: 1957-1983

Passano alcuni anni ed è nell’estate del 1857 che la Coppa, tramite il famoso Deed of Gift  (atto di donazione) entra in possesso del New York Yacht Club con il vincolo di metterla in palio in una competizione amichevole tra yacht di club di nazioni differenti. Di fatto un confronto tra gli uomini e i mezzi, e quindi  la tecnologia, che i rispettivi paesi esprimono. Tanto che fino ai decenni più recenti sono in vigore rigorose regole di nazionalità per uomini e know how.  Il nome America viene attribuito al trofeo in un secondo tempo e deriva da quello della goletta America, che dopo la vittoria nel Solent viene venduta in Inghilterra

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La prima edizione ufficiale della Coppa America in acque americane si disputa nell’estate del 1871. Lo yacht sfidante, Cambria, batte bandiera inglese, ma anziché  il guidone del Royal Yacht Squadron, issa quello del Royal Thames Yacht Club.  Nei decenni successivi si disputano 124 edizioni. Le dimensioni degli scafi, prima immensi,  dopo la seconda Guerra Mondiale si riducono. L’imbattibilità americana contribuisce a rendere l’America’s Cup leggendaria e agognata. I personaggi che scrivono il loro nome nella sua storia contribuiscono al mito. Grandi tycoon e grandi timonieri. L’aristocrazia del denaro, vecchio e nuovo, e del mondo dello yachting.  Nomi, per citarne alcuni, come Vanderbilt, Mosbacher, Rockfeller, Ted Turner, Sopwith, Sir Thomas Lipton - col record di cinque sfide, superata oggi   da Patrizio Bertelli con Luna Rossa - il Barone  Bich, Michael Fay, Dennis Conner,  Raul Gardini e Paul Cayard,  Bill Koch e Buddy Melges, Russell Coutts, Ernesto Bertarelli, Larry Ellison, Vincenzo Onorato, Peter De Savary, Alan Bond.

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Devono passare però 132 anni dalla vittoria della Goletta America prima che qualcuno strappi la Coppa America al New York Yacht Club. Nel 1983 a Newport, dove le regate della Coppa nel frattempo si disputano con gli splendidi 12’ Metri Stazza Internazionale, ci riesce, nella 25° Edizione, Australia II del Royal Perth Yacht Club,  finanziata dall’energico  miliardario australiano Alan Bond, oggi scomparso dopo alterne fortune. Una barca dotata di una rivoluzionaria chiglia con alette disegnata da Ben Lexcen e timonata dal baffuto John Bertrand. E’ l’anno in cui per la prima volta viene messa in palio la Louis Vuitton Cup per la  selezione tra sfidanti.

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I Challenger che vincono l’America’s Cup  dopo il 1983

1983 Australia II – Newport, USA

1987 Stars & Stripes- Fremantle, Australia

1995 Team New Zealand – San Diego, USA

2003 Alinghi – Auckland, Nuova Zelanda

2010 Oracle- Valencia, Spagna

2017 Emirates Team New Zealand – Bermuda

2021 Emirates Team New Zealand – Auckland,  Nuova Zelanda

L’ America’s Cup e l’Italia

La prima sfida italiana è quella dello Yacht Club Costa Smeralda con Azzurra nel 1983. Sfida voluta da Gianni Agnelli, Beppe Croce e Karim Aga Khan. Lo skipper è Cino Ricci, il timoniere Mauro Pelaschier, il progettista Andrea Vallicelli.

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Azzurra 83 chiude al 4° posto nella Louis Vuitton Cup. Nell’ Italia, pre-dirette, pre-internet,  pre-streaming e social media, è delirio e folle innamoramento.

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A Fremantle nel 1987 le sfide italiane sono due: c’è Azzurra con lo Yacht Club Costa Smeralda, e c’è Italia con lo Yacht Club Italiano. Azzurra non brilla. Italia con Aldo Migliaccio e i fratelli Chieffi, sostenuta da un pool di sponsor tra i quali Maurizio Gucci e la Montedison, chiude al 7° posto sui 13 challenger presenti. E’ l’edizione del grande “Come Back” di Dennis Conner che contro Kokkaburra, dell’attuale Direttore di Gara Iain Murray, vince e riporta la Coppa in America a San Diego dove la difende con successo contro i kiwis nel 1988,  nonostante la successiva diatriba legale. 

Il Moro di Venezia  

Il 1992 è l’anno del Moro di Venezia di Raul Gardini, che nel 1990 dà vita a un varo da sogno con accompagnamento di  musiche di Morricone, regia di Franco Zeffirelli e Venezia come scenografia.

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Inizia una saga che porta il Moro a vincere a San Diego  nel 1991 il Mondiale e nel 1992 la Louis Vuitton Cup. La prima volta per una barca  italiana. Lo skipper è Paul Cayard. Alla tattica e alla strategia  i fratelli Chieffi, Enrico e Tommaso. Progettista è German Frers. Il club la Compagnia della Vela di Venezia. Contro America al Cubo di Bill Koch il Moro perde per 4 a 1 ( la vittoria è con un delta di 3 secondi). 

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L’era di Luna Rossa e di Patrizio Bertelli

L’era di Patrizio Bertelli e di Luna  Rossa nasce con  Luna Rossa Silver Bullett  nel 2000, nella 30° America's Cup a  Auckland , scafo magico che  dopo un entusiasmante duello serrato con America One di  Paul Cayard, vince la Louis Vuitton Cup.

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É la seconda volta per l’Italia, la prima con un timoniere italiano, Francesco De Angelis. Tattico è Torben Grael. Il guidone è quello dello Yacht Club Punta Ala.

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Luna Rossa torna nel 2003 in nuova Zealanda per  la 31° America's Cup . In questa edizione esordisce Mascalzone Latino di Vincenzo Onorato che corre per il guidone del Reale Yacht Club Canottieri Savoia.   Vince Alinghi di Ernesto Bertarelli, col guidone del club svizzero Société Nautique de Genève. Al timone  Russel Coutts. 

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Luna Rossa é presente anche nella 32° America's Cu p nel  2007 a Valencia,  ancora con De Angelis, ma in questo caso col guidone dello Yacht Club Italiano. Corrono per l'Italia anche  Mascalzone Latino, sempre in rappresentanza del Reale  Yacht Club Canottieri Savoia,  e + 39 Challenge del Circolo Vela Gargnano. Difende con successo la Coppa Alinghi di Bertarelli. 

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Segue  a Valencia la 33° America's Cup, una sfida a 2 secondo le regole originarie del Deed of Gift, tra il catamarano Oracle e il trimarano Alinghi. Vince Oracle  di Larry Ellison, col quale é passato Russell Coutts, e la Coppa torna in America a San Francisco dove nel 2013 si disputa la 34° America's Cup  con  mega-catamarani foiling. 

Luna Rossa é presente  sotto le insegne del Circolo Vela Sicilia, ma la sua é dichiaratamente una participazione di apprendimento.   La Coppa viene difesa con successo da  Oracle che grazie a  Jimmy Spithill e Ben Ainsle ,che corrono insieme, é protagonistia del più clamoroso “Come Back “ della storia  sportiva: da 1 a 8 a 9 a 8. 

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Patrizio Bertelli con Luna Rossa lancia la sfida anche per la 35° Edizione, ma decide di abbandonare sbattendo la porta quando a tradimento, sotto il profilo della correttezza più che del diritto,  viene cambiata in corsa la classe di barche. Di nuovo catamarani foiling, ma più piccoli, per la 35°America’s Cup a  Bermuda, dove Emirates Team New Zealand, anche con l’aiuto del team Prada, vince e riporta la Coppa a Auckland. Il timoniere é Peter Burling.

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La 37° America’s Cup 

Nonostante le polemiche e gli appelli all’amor di patria, Emirates Team New Zealand,  il Defender, capitanato da Grant Dalton,  sulla base di valutazioni economiche e di audience, decide di  non far disputare la Coppa down under e dopo una sorta di asta economico/organizzativa  tra varie location geograficamente più baricentriche,  sceglie Barcellona come sede della  37° America’s Cup

Il Programma

La Louis Vuitton 37° America’s Cup    è in programma dal 12 al 21 ottobre 2024, al meglio di un massimo di 13 prove. Vince chi  per primo raggiunge 7 vittorie.  In gara il Defender Emirates Team New Zealand e il Challenger più forte, quello che avrà vinto la selezione tra i 5 challenger, la  Louis Vuitton Cup .  

La Louis Vuitton  Cup , alla quale per la prima volta partecipa anche il Defender Emirates Team New Zealand è in programma dal 29 agosto all’8 settembre e  consiste in:

  •  2 Round Robin iniziali  in cui ciascuno incontra il Defender e gli altri quattro challenger  2  volte. Dei 5 challenger quello con il miglior punteggio viene escluso, il Defender passa direttamente al Match della 37° America’s Cup e  quattro challenger passano alla Semifinale. E’ il challenger uscito dai Round Robin con il miglior punteggio a scegliersi l’avversario nella semifinale. 
  • la Semifinale si corre dal 14 al 19 settembre 2024  al meglio di massimo 9 prove. Vince chi per primo raggiunge 5 vittorie.
  • la Finale, in cui viene assegnata la Louis Vuitton Cup, è fissata dal 26 settembre al 5 ottobre tra i due vincitori della Semifinale. Come il Match finale contro il Defender si corre al meglio di massimo 13 prove. Vince chi per primo raggiunge 7 vittorie.

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Per la 37° America’s Cup sono state introdotte due ulteriori manifestazioni riservata rispettivamente  a equipaggi formati da giovani tra i 18 e i 25 anni e da donne che si correranno con gli AC 40, monoscafi momotipo foiling progettati da Emirates Team New Zealand e costruiti in Cina, che i team avevano l’obbligo di acquistare e che sono serviti durante la progettazione e costruzione del proprio unico AC 75 concesso, per allenamento,  sperimentazione e per le prime due Preliminary Regattas. 

L’equipaggio degli AC 40, autoviranti e le cui manovre sono alimentate da energia prodotta da batterie, sono 4: 2 timonieri e 2 flight controller. 

Luna Rossa Prada Pirelli si presenta in entrambe le manifestazioni con equipaggi forti capitanati rispettivamente dai campioni Marco Gradoni e Giulia Conti .

La   Unicredit Youth America’s Cup si disputa a Barcellona dal 17 al 26 settembre e i team in gara sono 12 .

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La P uig Women’s America’s Cup è in programma dal 5 al 13 ottobre e anche in questo caso i team in gara sono 12. Stesso format per entrambi gli eventi: 8 regate di flotta divisi in due gruppi di 6 ciascuno, passaggio dei migliori migliori 3 dei rispettivi gruppi alla semifinale a 6 che disputano 4 regate di flotta. I primi du classificati e se la giocano quindi in una finale secca  a match race. 

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Il Defender della 37° America’s Cup

 Emirates Team New Zealand, Royal New Zealand Yacht Club .  

Skipper è Grant Dalton, timonieri sono  Peter Burling insieme all’australiano Nathan Outteridge. Ruolo importante riveste Blair Tuke, flight controller, che da lustri è prodiere simbiotico con Burling. 

I  Challenger 

Luna Rossa Prada Pirelli, Circolo Vela Sicilia , con Luna Rossa. Team Director e Skipper è Max Sirena che ha la ricchezza di poter scegliere tra 4  timonieri top:  Francesco “Checco” Bruni, Jimmy Spithill, Ruggero Tita, e Marco Gradoni. 

INEOS Britannia, Royal Yacht Squadron.

Timonieri  lo Skipper e CEO Sir Ben Ainslie e Giles Scott enrtambi vincitori di ori olimpici. 

Sir Ben Ainslie in particolare è una leggenda della vela  che ha nel curriculum 4 ori  in Finn e 1 argento in Laser. 

NYYC American Magic,  New York Yacht Club

President of Sailing Operations/Skipper, ma non a bordo,  Terry Hutchinson. Tra gli uomini di punta  Paul Goodison, Tom Slingsby,Harry Melges

Alinghi Red Bull Racing, Société Nautique de Genève

Skipper e timoniere è Arnauld Psarofaghis, altri timonieri Maxime Bachelis e Nicolas Charbonnier.NYYC

Orient Express Racing Team, Société Nautique de Saint-Tropez

La sfida nasce da Stephan Kandler e Bruno Dubois e dalla loro esperienza con K Challenge. Ai timoni lo skipper  Quentin Delapierre e Kevin Peponnet. 

Gli  AC75  

Monoscafi dotati di due foil inventati per la 36° America’s Cup che superano in volo la barriera dei 50 nodi di velocità. In vista della la 37° edizione il regolamento di costruzione presenta leggeri cambiamenti, in sostanza ottimizzazioni che potrebbero incidere sulla velocità.  La variazione più rilevante e visibile riguarda l’equipaggio, ridotto da 11 a 8 persone delle quali 4 sono cycler, che pedalando producono l’energia necessaria in termini di watt, per la regolazione delle vele, mentre l’alimentazione per la regolazione dei foil attraverso martinetti idraulici, è derivata da batterie a bordo.

Da tener presente che il vento apparente generato dagli AC 75 fa sì che le vele siano quasi sempre cazzate come di bolina anche in poppa, pur cambiando al variare delle andature le forme e le regolazioni.

A Auckland nel 2021 Luna Rossa si era inventata e aveva applicato la formula dei 2 timonieri anziché 1 che a ogni virata doveva saltare da un lato all’altro dello scafo. A Barcellona tutti hanno adottato la formula dei 2 timonieri che portano la barca insieme a 2 Flight Controller e a 4 cyclers.     

Gli AC 75, che fondono caratteristiche idrodinamiche e aereodinamiche, hanno  determinato l’ingresso di termini e concetti nuovi nel linguaggio velico, ad esempio portanza, lift, flap.  La barra o ruota del timone in sé sono sparite, trasformato in quadri di comando con pulsanti/joystick. Oggi in Coppa America si parla di meccatronica, scienza diretta all'integrazione tra meccanica e elettronica per progettare, sviluppare e controllare sistemi e processi a elevato grado di automazione e integrazione.

Lunghezza 20,7 metri 

Larghezza:  5 metri

Altezza albero: 26,5 metri

Vele: 

  • randa a due pelli: 135-145 mq
  • fiocco: 90 mq

Peso barca costruita in carbonio: 6.5 tonnellate,

Peso complessivo degli 8 membri dell’ equipaggio: tra 700 e 750 kg circa

Foil:   2 costituiti da un  braccio che termina con una wing (ala) munita di flap, come gli aerei. 

Arco massimo  foil:  4 metri

Immersione massima: 5 metri

In navigazione il foil sottovento fornisce il lift, quello sopravento funge da leva raddrizzante 

Si è notato per la 37° America's Cup un orientamento convergente verso foil a T  di dimensioni più ridotte. 

Intensità del vento con la quale si corre

Il limite del vento  è fissato tra  6.5 e 21 nodi.

Campo di Regata a ring, percorso e tempo limite

Il campo di regata è un rettangolo virtuale che costringe i concorrenti costretto entro confini virtuali (boundaries) che non possono esser varcati pena penalità. Un setting che,  considerato che la  larghezza minima del rettangolo, di fatto un ring,  è di non più di  0,8 miglia, obbliga a manovre serrate e favorisce i cambi di posizione tra gli scafi in gara.   

La lunghezza del percorso può variare  in base alle condizioni del vento, tra 1,7 miglia e 2,2 miglia. 

La durata delle regate, in media sui 25 minuti, e il cambio di posizione dei concorrenti, rende non noiosi i match e attrae anche un pubblico  di non velisti.  

il moro di venezia yacht club

La partenza  è di bolina, da un terzo circadel campo.di regata

Il percorso è a bastone, bolina, poppa, per il numero di volte che stabilisce secondo il meteo il Comitato di Regata presieduto dall’australiano Iain Murray come Independent Regatta Director, veterano della Coppa,  già skipper e progettista. 

Il numero minimo di lati percorsi per la validità di una  prova è 4. 

Proprio come in un ring, o in uno stadio il  pubblico é diviso in settori: le barche dagli spettatori normali, i superyacht, i  charter, i team, con il divieto di accedere nella zona  solo vicino allo start. 

E’ il Direttore di Gara che posiziona, a seconda della direzione, dell’intensità del vento e della corrente, il campo di gara davanti al lungomare di Barcellona, il che permette al pubblico di seguire anche da terra. Rispetto a Auckland, le onde del mar Mediterraneo giocheranno un ruolo di rilievo, così come, nel caso di vento da terra,  l’orografia e le costruzioni della città.  .  

Il tempo limite per concludere il primo lato del percorso è di 12 minuti; se non viene rispettato, la prova è annullata.

Il tempo limite per concludere l’intero percorso è di 45 minuti; se non viene rispettato la prova è annullata. 

Se una barca accetta aiuto esterno, viene squalificata o considerata ritirata a seconda dei casi, e il punto va all’avversario. Dopo l’incidente a Auckland  di American Magic, una nuova regola stabilisce che in  caso di scuffia, la regata viene immediatamente  interrotta, e il punto assegnato all’avversario, anche se i soccorsi non sono ancora intervenuti. Ciò per rendere gli aiuti più veloci. 

I giudici e le penalità

Ci sono tre giudici che chiusi in un ufficio seguono la regata davanti a uno schermo che evidenzia il confine virtuale del campo di regata e il confine a rombo, inviolabile, che circonda gli AC 75 al fine di evitare le collisioni. I tre giudici alla consolle sono supportati da due in acqua. In caso di proteste per violazioni al regolamento di regata o violazioni dei boundaries, la penalità viene comunicata via radio al concorrente. La penalità consiste  nel “mettere” un distacco di ulteriori 75 metri tra il “colpevole” e l’avversario, ovvero 25 metri di più rispetto a Auckland. Ciò si effettua o fermandosi/rallentando o prendendo un’altra direzione. A volte è l’avversario stesso che per suo interesse prende una differente direzione neutralizzando di fatto la penalità. Sono i giudici a comunicare alle barche quando hanno assolto la  penalità. 

In partenza le penalità funzionano in modo differente. Chi taglia la linea di partenza in anticipo di più di 3 secondi prima del via, deve tornare indietro e rifarla. A chi “sconfina” di non più di 3 secondi, può scegliere se rifare la partenza o se eseguire  la penalità classica dei 75  metri da eseguire però dopo il via, così come le eventuali penalità collezionate nelle operazioni di pre-partenza.

La partenza

Il segnale di avviso viene dato ai 3 minuti.

L’ingresso nel box di partenza avviene:

a 2’ e 10’’, per la barca contraddistinta in blu che entra da sinistra, quindi con mura a sinistra, quindi senza precedenza; a 2’, per la barca che entra da destra, quindi con mura a dritta, quindi con precedenza.

La linea di partenza è lunga circa 300 metri. 

Con gli AC75, muniti di foil, si è voluto impedire il “dial up” quella manovra che in passato faceva sì che all’ingresso al box di partenza  una barca veloce con precedenza, riuscisse a “bloccare” l’avversario.  

Come seguire in TV, ma non solo

Le regate, si disputano, a Eolo piacendo,  tra le 14 e 17, ora di Barcellona. I dirittio di trasmissione delle dirette per l'Italia li hanno Sky e Mediaset. 

Sky trasmetterà in diretta  già dalla Preliminary Regatta del 22 agosto come Sky Sport 24   con Giovanni Bruno e Flavia Tartaglini . e streaming su Now. Poi dal 29 agosto, inizio della Louis Vuitton Cup,  dedicherà alla Coppa un canale ad hoc,    SKY SPORT AMERICA’S CUP (205) schierando come commentatore principale Guido Meda che condurrà insieme a Giovanni Bruno, Gabriele “Ganga” Bruni e Flavia Tartaglin i, un bel poker di professionisti, entusiasti e conoscitori della Coppa. Giusto per la cronaca Ganga Bruni è fratello di Checco Bruni, co-timoniere di Luna Rossa, ha un’olimpiade alle spalle come atleta e dal 2018 ha allenato il team del Nacra 17 azzurro arrivando a conquistare 2 ori olimpici con Tita-Banti, e complessivamente tra tutti i componenti, cinque ori, due argenti e un bronzo a Mondiali.  Flavia Tartagini, anche lei atleta di lungo corso, sfiorò la medaglia a Rio in windsurf e oggi allena il team velico delle Fiamme Gialle. Da ricordare che Giovanni Bruno, a lungo responsabile dello Sport di Sky, ha iniziato a seguire  la l’America’s Cup nel 1987, in epoca pre dirette,  quando Italia e Azzurra,  seconda partecipazione italiana,  correvano a Fremantle in Australia. Sul canale dedicato verranno trasmessi  anche speciali, news, film storici,  approfondimenti, ripresi   su Sky Sport 24 e su skysport.it.   Mediaset trasmetterà sul canale 20. 

Sul canale ufficiale Youtube dell’America’s Cup, dal sito www.america’scup.com, si può seguire  la diretta delle regate commentata in inglese da esperti.  La registrazione delle regate  rimane sul sito e può esser vista in qualsiasi momento. Le immagini della diretta Youtube sono le stesse fornite a Sky che ha acquisito il diritto esclusivo di associare il commento in lingua italiana. Le regate live si possono vivere anche tramite il  sito  www.lunarossachallenge.com

Le principali riviste di settore, dal Giornale della Vela (www.giornaledellavela.com) a Fare Vela ( www.farevela.net) a Saily (www.saily.it)     seguiranno  in maniera approfondita la Coppa, con interviste video e  interventi di esperti e appuntamenti quotidiani. Su youtube interessanti interventi e analisi tecniche di Vittorio d'Albertas nel  canare Youtube Sail Ring

il moro di venezia yacht club

IMAGES

  1. Il Moro Di Venezia I

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  2. Il Moro Di Venezia I

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  3. Il Moro di Venezia I (Massimiliano Ferruzzi)

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  4. Sailing yacht il Moro di Venezia II at the Venice Hospitality Challenge

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  5. Imperia, Italy. 9th Sep, 2016. The yacht Il Moro di Venezia" sailing in

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  6. Ecco il “nuovo” Moro di Venezia (FOTO)

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COMMENTS

  1. Il Moro Challenge

    Il Moro Challenge; Career; Yacht club: Compagnia della Vela di Venezia: Established: 1992: Nation ... Il Moro di Venezia I (ITA-1) sailed as a trial boat for two years and competed in the 1991 IACC World Championships, later becoming the sponsor platform for the syndicate. In 1994 she was bought by a Russian team that raced her in the 1994 IACC ...

  2. Compagnia della Vela

    History Corporate headquarters of the CDV in Venice. Il Moro di Venezia shot in 2013.. Founded on March 15, 1911, as a Yacht Club Veneziano (Venetian Yacht Club), among its members it included Gabriele d'Annunzio who, in a message dated 1919 (the original is kept in the company headquarters), inspired the new name Compagnia della Vela (Company of Sailing) and the Latin motto Custodi, Domine ...

  3. 1992 America's Cup

    The 28th America's Cup was contested between the winner of the 1992 Citizen Cup defender selection series, America³, and the winner of the 1992 Louis Vuitton Cup challenger selection series, Il Moro di Venezia.It was the first edition of the America's Cup that was sailed on International America's Cup Class yachts.. This was last Cup of the best-of-seven format held since 1930; the best-of ...

  4. Yacht Club Il Moro di Venezia

    Yacht Club Il Moro di Venezia, Marina di Ravenna. 541 likes. Vela ...

  5. Il Moro di Venezia

    Il Moro di Venezia IV (numero velico ITA 16), varato a San Diego il 15 giugno 1991. Il Moro di Venezia V (numero velico ITA 25), varato a San Diego il 16 dicembre 1991. L'ultima evoluzione fu anche quella che risultò più competitiva ed affidabile per cui il 24 gennaio 1992, al termine del periodo di prova sul campo di gara, venne ...

  6. AMERICA'S CUP UPDATE : NOTEBOOK : Race Committee Chairman Calls Il Moro

    John Folting, America's Cup race committee chairman for the San Diego Yacht Club, called the finish of the closest race in the history of the final Cup match--Il Moro di Venezia's three-second win ...

  7. IL MORO DI VENEZIA IX yacht (McConaghy Boats, 24.35m, 1988)

    IL MORO DI VENEZIA IX. IL MORO DI VENEZIA IX is a 24.35 m Sail Yacht, built in Australia by McConaghy Boats and delivered in 1988. Her top speed is 10.0 kn and her cruising speed is 9.0 kn and her power comes from a Perkins Sabre diesel engine. She has a 6.1 m beam. She was designed by German Frers, who also completed the naval architecture.

  8. Il moro di venezia: 30 anni dalla vittoria della Louis Vuitton Cup

    Il Moro di Venezia faceva capo allo yacht club di venezia Compagnia della Vela. Il suo cantiere di costruzione è stato il veneziano Cantiere Tencara, che poi ha costruito negli anni 2000 anche un altro sfidante all'America's Cup, il Mascalzone Latino.

  9. Systematic Series of the IACC yacht Il Moro di Venezia: Heel and Yaw

    "Il Moro di Venezia" was the challenger for the XXVIII edition of the America's Cup in San Diego, 1992, and it has become the first non-English ... D., Di Ci´o, F., and M. Roccaldo. "Systematic Series of the IACC yacht "Il Moro di Venezia": Heel and Yaw analysis." Paper presented at the SNAME 19th Chesapeake Sailing Yacht Symposium ...

  10. Storia

    Il Moro di Venezia è il nome dell' imbarcazione di classe International America's Cup costruita per la Louis Vuitton Cup del 1992 e che partecipò lo stesso anno alla Coppa America, ed è diventato un mito che ancora oggi rimane intatto. Del Moro di Venezia furono costruiti 5 diversi scafi, dei quali il 5° prototipo, ITA-25, fu scelto il 24 ...

  11. Il Moro Di Venezia I

    Il Moro Di Venezia I. Il Moro di Venezia I (ITA-1) sailed as a trial boat for two years and competed in the 1991 IACC World Championships, later becoming the sponsor platform for the syndicate. In 1994 she was bought by a Russian team that raced her in the 1994 IACC World Championships but never made it to the 1995 Louis Vuitton Cup competition.

  12. IL MORO DI VENEZIA IX Yacht

    The 24.35m/79'11" motor yacht 'Il Moro Di Venezia IX' was built by McConaghy. She was last refitted in 1996. Guest Accommodation. She is also capable of carrying up to 12 crew onboard to ensure a relaxed luxury yacht experience. Range & Performance. Il Moro Di Venezia IX is built with a GRP hull and GRP superstructure, with gpr decks.

  13. YACHT RACING; Il Moro Is Winner Of Closest Cup Race

    On Saturday, in its first match against America in the America's Cup finals, the Il Moro di Venezia team seemed to be wearing two left shoes. Today, the crew for the Italian yacht was right in ...

  14. Moro di Venezia I, la barca che diede il via alla dinastia

    Il Moro I è la prima carena con inciso a poppa il nome di una delle dinastie di yacht più prestigiose al mondo. Con questo nome verranno identificati nove yacht di bellezza e prestazioni assolute, fino ai cinque leggendari America's cuppers. Barche elegantissime, tutte indissolubilmente unite da un'idea di perfezionismo e proporzione ...

  15. AMERICA'S CUP / DAILY REPORT : CHALLENGER TRIALS : Il Moro di Venezia

    Italy's Il Moro di Venezia used an experimental lightweight sail to defeat Spirit of Australia Thursday as the top four boats of Round 2 scored lopsided victories in the America's Cup Challenger ...

  16. 1992 Louis Vuitton Cup

    Il Moro di Venezia alone constructed four boats and spent over $85 million. Club Team Skipper Yachts Compagnia della Vela di Venezia: Il Moro di Venezia: Paul Cayard: ITA-25 Cruising Yacht Club of Australia: Australian Challenge: Syd Fischer: AUS-17 Darling Harbour Yacht Club: Spirit of Australia: Peter Gilmour: AUS-21 Monte Real Club de Yates ...

  17. About America's Cup Sailing San Diego

    America's Cup and IL Moro are evenly matched. Like formula one race cars, both of our racing yachts were built under the same formula. International America's Cup Class or IACC yachts have a height of 115' off the water, draft of 13', fin keel with a heavy bulb of lead of 20 tons (40,000 pounds of lead)! They both have carbon hulls, spars, and sails.

  18. Two seconds for YCM

    Once again Yacht Club de Monaco did very well thanks to our talented members, with Massimiliano Feruzzi's Il Moro di Venezia claiming a superb 2nd in the Classic IOR, after coming in the top three in three of the four races. Carlo Falcone's Mariella in the Big Boat category was also very consistent helping her to clinch 2nd place.

  19. Il Moro di Venezia I

    The design of Il Moro di Venezia I, a yacht built in 7-layered laminated timber on acacia laminated frames, dates back to 1975. She takes part in classic boat regattas in the Classic category. Launched in February 1976, the first-born of the Italian Maxi Yacht IOR class was sponsored by Raul Gardini, the former king of Italian chemical industry.

  20. Il Moro di Venezia

    Le yacht Il Moro di Venezia était le challenger italien de la Compagnia della Vela [1], Club nautique de Venise lors de la 28 e Coupe de l'America (America's Cup) en 1992 se déroulant à San Diego contre le defender américain America³ du San Diego Yacht Club.

  21. Rolex and Yachting

    Since Rolex's first partnership with the New York Yacht Club in 1958, the brand has supported the development of competitive sailing through alliances with yacht clubs around the world. ... (Matador, Il Moro di Venezia II, Cannonball and Flyer II). Frers also collaborated with the highly regarded Nautor Swan boatyard. Many of his yachts have ...

  22. Storia

    Dopo 5 gare, Il Moro di Venezia V era sotto di 4 a 1, anche se l'ultima vittoria di New Zealand fu protestata ed annullata, il che faceva 3 a 1. Nonostante ciò Il Moro concluse con 4 vittorie secche, guadagnando la Louis Vuitton Cup e mantenendo il diritto di sfidare Bill Koch all'America's Cup del 1992.

  23. America³

    The program was operated by Bill Koch and Harry "Buddy" Melges in the 1992 America's Cup. After winning the Defender Series, America 3 defeated the Italian challenger Il Moro di Venezia to successfully defend the Cup. [1]The yacht, named America³, was built by Goetz Custom Sailboats Inc. in Rhode Island and the carbon fiber mast package was built by the Offshore Spars Co. in Michigan.

  24. PDF Tableau d' honneur 2024

    8-10 Pierrik Devic (Raph Seven Yacht) 4e - 40e Primo Cup-Trophée UBS (J/70-Corinthien) 8-10 Achille Onorato (Canard à l'Orange) 1er ... (Il Moro di Venezia) 1er - Grandi Regate Internazionali (IOR Classic) 18 Massimiliano Feruzzi (Il Moro di Venezia) 1er - Vela & Sapori

  25. America's Cup 2024, il vademecum: il calendario, gli AC75, la storia e

    Il Moro di Venezia . Il 1992 è l'anno del Moro di Venezia di Raul Gardini, che nel 1990 dà vita a un varo da sogno con accompagnamento di musiche di Morricone, regia di Franco Zeffirelli e ...